Invio di e-mail ad indirizzi in chiaro.
Perché è importante utilizzare lo strumento ccn (copia conoscenza nascosta).
L’autorità Garante Privacy, con provvedimento del 9 gennaio 2020, ammonisce la Provincia autonoma di Trento per l’invio di una e-mail destinata, contemporaneamente e con gli indirizzi in chiaro, a sedici genitori di bambini non in regola con l’obbligo delle vaccinazioni.
Il Garante ha precisato che le informazioni contenute nella comunicazione della Provincia sono qualificabili come dati relativi alla salute dei minori. Tali dati possono essere trattati solo sulla base di un idoneo presupposto giuridico. Inoltre, dovranno rispettare i principi di liceità, correttezza e trasparenza nonché di minimizzazione, in modo sicuro e solo se adeguati, pertinenti e limitati rispetto alle finalità per le quali sono trattati.
L’e-mail andava dunque inviata a ciascun genitore separatamente, in modo personalizzato, o utilizzando lo strumento della copia conoscenza nascosta (ccn), per rendere ogni indirizzo riservato.
Ammonimento
Di conseguenza l’Autorità, oltre ad aver dichiarato illecito il trattamento, ai sensi dell’art. 58, par. 2, lett. b) del Regolamento, consistente nella violazione degli artt. 5 e 9 del Regolamento, ha ammonito la Provincia. Questa dovrà provvedere a conformare i trattamenti di dati personali che comportano l’invio di comunicazioni a mezzo posta elettronica alle disposizioni e ai principi in materia di protezione dei dati personali.
Nel caso specifico il Garante ha tenuto conto del fatto che l’illecito è stato un primo e isolato evento, dovuto alla disattenzione di una dipendente.
Si è trattato di un “primo e isolato evento” “a formazione istantanea e che, quindi, non si è protratto nel tempo” non dovuto a “comportamenti dolosi da parte della dipendente”, ma a “disattenzione” e, nel manifestare la massima cooperazione con l’Autorità, ha confidato “in una mancata applicazione di sanzione alcuna e, in via subordinata, nell’emanazione di un ammonimento”.
La Provincia stessa ha notificato all’Autorità quanto accaduto. Infatti, la Provincia a seguito dell’accaduto, ha informato del fatto gli interessati. Oltre a scusarsi, ha adottato atti e iniziative volte a sensibilizzare il personale al rispetto della disciplina dei dati personali:
«alle sedici famiglie coinvolte è stata inviata una raccomandata A.R: nella quale sono state informate dell’accaduto e segnalate le scuse dell’Amministrazione, nonché richiamata la necessità di riservatezza e il divieto di comunicare o divulgare i dati di cui sono venute a conoscenza». «Al riguardo non è pervenuta alcuna risposta/osservazione da parte delle famiglie».
(Fonte Garante Privacy)
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